“Confessioni ultime” di Mauro Corona

<<Cadi sette volte, rialzati otto>>, questa è la lezione di Jocho Yamamoto. Prima di ogni cosa c’è la nostra fragilità. Siamo fragili e lo sono soprattutto coloro che hanno reagito alla fragilità e all’insicurezza di stare al mondo seguendo i canoni imposti da altri. <<L’uomo che non deve chiedere mai.>> Ricordate la pubblicità? Oppure la forza dell’uomo che sa <<di tabacco e cuoio>>. Il macho. Questi pensieri fuorvianti e sbagliati sono luoghi comuni, inducono un ragazzo a crescere credendo che l’uomo vincente sia fatto così. […] Chi non si trova in questi canoni si dispera e soffre.

Bisogna estirparle queste credenze, ci sono delle fragilità che dovrebbero essere protette come un tesoro. La timidezza che è segnata con il dito indice, che se un ragazzino diventa rosso gliela fanno pagare. Lo pigliano in giro. Invece chi ha la timidezza – e ce l’abbiamo tutti – dovrebbe sentirsi padrone di una fortuna. La timidezza non è altro che sensibilità portata al suo limite estremo, sensibilità che fa provare mille volte più forti le emozioni, si arriva perfino a cambiare colore in volto. La timidezza è un dono, invece la condannano: <<ah ah ah, sei timido! Sei diventato rosso!>>. E ridono, ‘sti coglioni.

La fragilità è un bene assoluto, vuol dire che c’è una ricettvità maggiore, e questa ricettività dobbiamo assecondarla e farla maturare, farcela amica senza opporre resistenza, senza reagire con armi affilate. La fragilità è un dono dolcissimo, che rende umano l’uomo .

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Pubblicato da icaroinvolo

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