“Ballata senza nome”
L’idea di celebrare il milite ignoto era stata del colonnello d’aviazione Giulio Douhet del 1920. Aveva scritto:
“Tutto sopportò e vinse il nostro soldato: tutto. Dall’ingiuria dei politicanti e dei giornalisti che sin da principio cominciarono a meravigliarsi del suo valore, alla calunnia feroce diramata per il mondo a scarico di una terribile responsabilità. Tutto sopportò e vinse, da solo, nonostante. Perciò al Soldato bisogna conferire il sommo onore, quello a cui nessuno dei suoi condottieri può aspirare, neppure nei suoi folli sogni d’ambizione. Nel Pantheon deve trovare degna tomba alla stessa altezza dei Re e del Genio.”
Dhouret fa riferimento al bollettino di guerra del generale Cadorna dopo Caporetto, in cui il capo di Stato maggiore incolpava di tradimento e scarsa combattività i soldati di ben quattro brigate, invece di fare autocritica sull’inadeguatezza degli alti comandi e sui madornali errori di strategia compiuti da egli stesso. Senza contare le sue continue e ossessive circolari severe e vessatorie per accentuare le leggi punitive riguardanti i soldati e per autorizzarne e facilitarne fucilazioni, decimazioni e dure condanne.[…]
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